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lunedì 3 settembre 2012

I Leanson: sbarco all'isola!


L’isola era piccolissima rispetto a ciò che ricordavano Matt, Nathalie e Josy, ma sorprendentemente sconosciuta per Dan. La sabbia che circondava quel piccolo paradiso sull’oceano era bianchissima e lucente, così come le acque trasparenti e limpide che la circondavano. Petunia e Marshall sospirarono di gioia riconoscendo da lontano l’abitazione che prendevano in affitto negli anni in cui avevano trascorso lì le vacanze: di un bianco incredibilmente bianco, che brillava a chilometri di distanza, distinguendosi nella macchia di abeti e altre case che era quell’isola.
I ragazzi Leanson l’avevano battezzata Isola che purtroppo c’è, beffandosi del luogo comune della storia di Peter Pan, perché, aveva spiegato Nathalie, se non ci fosse stata, avrebbero trascorso vacanze migliori. A Matt mancavano i suoi amici, a Nathalie le persone con cui ascoltare pettegolezzi e dipingersi le unghie, a Josy le sue belle bambole lasciate a casa. L’unico che non sembrava essere affatto dispiaciuto del cambiamento era Dan; si era concesso una lunga dormita durante tutto il viaggio e si era svegliato solo quando Petunia, eccitata, aveva indicato terra in avvicinamento. Sorridendo, era rimasto incantato dai colori: il verde brillante della vegetazione, il bianco della sabbia, l’azzurro del mare, il rosso e il verde degli ombrelloni dell’unico vero lido di tutta l’isola… Marshall approvava con felicità l’entusiasmo del suo figlioletto e di tanto in tanto lanciava occhiate preoccupate agli altri tre figli, che sembravano del tutto indifferenti a quel magnifico panorama.
« Ecco, e anche l’ultimo segnale Internet si è spento. Siamo ufficialmente isolati dal mondo. » si lamentò Nathalie, spegnendo il suo cellulare rassegnata.
Matt sospirò, chiedendosi se esistesse almeno un televisore in quell’isola, o se avrebbe dovuto trascorrere il tempo a scacciare mosche, zanzare e insetti vari. Almeno Piton avrebbe gradito, pensò mentre il suo sguardo cadeva sulla cesta ai suoi piedi, dove il suo enorme pitone sibilava irritato.
« Addio divertimento… » mormorò rivolto a nessuno in particolare, con lo sguardo perso nella contemplazione passiva di un paesaggio da cartolina.
« Vi divertirete, ne sono sicura. » ribatté fiduciosa Petunia, cercando di rallegrare i suoi tre figli privi di entusiasmo.
Josy si limitò a voltare la testa dalla parte opposta, esprimendo con quel gesto tutto il suo disaccordo. Non si sarebbe sicuramente divertita senza le sue bambole e si sarebbe annoiata tantissimo, perciò aveva deciso di trascorrere tutto il tempo a far rimpiangere ai suoi genitori la loro decisione.
« Tra poco sbarcheremo, che emozione! » esclamò Marshall, mentre Dan balbettava contento agitando i pugnetti.
Nathalie afferrò la sua valigia e si avvicinò al bordo della barca, seguita da Matt con la cesta di Piton. Sentire il vento tra i capelli era una sensazione che aveva sempre adorato e doveva ammettere che quella brezza marina era qualcosa di incredibile, ma non avrebbe mai espresso quei pensieri ad alta voce, non con i suoi genitori nei paraggi. Non avrebbe mai ammesso che forse in quella vacanza e in quell’isola ci fosse qualcosa che la attirasse, come il mare e l’idea della natura incontaminata.
Si concesse un leggero sospiro, che non sfuggì a Matt.
« Se passi anche tu dalla loro parte, noi contro quest’assurda vacanza diventeremo la minoranza. » le mormorò, attento a non farsi sentire dai loro genitori.
« Mi piace il mare. L’ho sempre adorato, ma se sperano di convincermi si sbagliano. » ribatté con sicurezza, volgendo lo sguardo all’orizzonte.
Quella che prima stata una semplice macchia colorata nell’infinito dell’oceano, era diventata una grande isola dai contorni definiti. Nathalie riusciva perfino a scorgere i profili delle palme sulla spiaggia, il piccolo molo sul quale si infrangevano le onde, le sagome degli abitanti che si spostavano sul lungomare. Inevitabilmente, sorrise.
I ricordi riaffiorarono con facilità e si fecero largo nella sua mente come un fiume in piena: lei che faceva il bagno in quelle acque, lei che giocava con i castelli di sabbia, Matt che la cercava nella piccola foresta mentre giocavano a nascondino…
« Matt, un po’ sono contenta di esserci tornata… » mormorò a bassa voce, con le guance rosse dalla vergogna della confessione.
Il ragazzo, invece di deriderla, annuì impercettibilmente. Gli stessi ricordi di Nathalie lo stavano distraendo, facendogli dimenticare per un attimo il motivo del suo risentimento e della sua tristezza. Il sibilo irritato di Piton lo costrinse a tornare al presente e accarezzò distrattamente la testa del serpente nella cesta.
Finalmente l’imbarcazione giunse al porto e i passeggeri cominciarono a sbarcare.
« Ecco ci siamo! » gridò Petunia, raccogliendo tutti i suoi bagagli. « Si scende! »
Marshall chiamò a raccolta tutti i suoi figli e, tenendo in braccio Dan e per mano Josy, si apprestò a scendere, facendo attenzione agli scalini scivolosi.
« Attenti! Potreste sci… » cominciò, ma non fece in tempo a terminare la frase.
Con un grido di sorpresa, Nathalie scivolò sull’ultimo gradino e stava per cadere, quando qualcuno l’afferrò per un braccio.
All’improvviso, la giornata della ragazza fu illuminata dal viso di un bel giovane che la osservava preoccupato. Con un sorriso beato, si rimise in piedi e lo ringraziò, mentre cercava di calmare la sua famiglia accorsa a soccorrerla.
« Grazie. » ripeté, guardando con aria adorante il suo salvatore.
« Spero non ti sia fatta male, Nathalie. »
La ragazza si chiese come mai conoscesse il suo nome, ma all’improvviso qualcosa cominciò ad apparirle familiare: i capelli biondi, gli occhi verdi così particolari, la sua voglia sulla spalla…
La voglia a forma di nuvola…
« Martin? Sei davvero tu? »
Nathalie stentava a credere che il suo amico d’infanzia fosse diventato un tal bel ragazzo, soprattutto quando ripensava a tutta la confusione che aveva creato in sua compagnia, a tutte le loro marachelle, ai loro giochi un po’ folli.
Martin sembrò pensare lo stesso e lei ne fu sicura quando alzò la mano e la salutò come facevano quando giocavano ai pirati. Era un saluto particolare, solo loro… la fece sorridere e d’impeto gli strinse la mano, felice di aver incontrato una persona che conosceva e con cui avrebbe potuto trascorrere le sue giornate.
« Siete tornati qui per le vacanze? » chiese il ragazzo, aiutandoli con le valigie.
Marshall e Petunia lo salutarono, accogliendolo come un membro di famiglia.
« Sì, come ai vecchi tempi! »
Martin rivolse un gran sorriso a Dan, strinse la mano a Matt e si inchinò a Josy, baciandole la mano.
« Allora non rimane che dirvi bentornati sull’isola, signori Leanson! Vedrete, vi divertirete. » annunciò, sorridendo a Nathalie.
Quando l’aveva detto sua madre, non ci aveva creduto. Pronunciate da Martin, quelle parole assunsero un significato diverso. Sì, ora ne era sicura: si sarebbero certamente divertiti.

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