L’isola era piccolissima
rispetto a ciò che ricordavano Matt, Nathalie e Josy, ma sorprendentemente
sconosciuta per Dan. La sabbia che circondava quel piccolo paradiso sull’oceano
era bianchissima e lucente, così come le acque trasparenti e limpide che la
circondavano. Petunia e Marshall sospirarono di gioia riconoscendo da lontano
l’abitazione che prendevano in affitto negli anni in cui avevano trascorso lì
le vacanze: di un bianco incredibilmente bianco, che brillava a chilometri di
distanza, distinguendosi nella macchia di abeti e altre case che era
quell’isola.
I ragazzi Leanson
l’avevano battezzata Isola che purtroppo
c’è, beffandosi del luogo comune della storia di Peter Pan, perché, aveva
spiegato Nathalie, se non ci fosse stata, avrebbero trascorso vacanze migliori.
A Matt mancavano i suoi amici, a Nathalie le persone con cui ascoltare
pettegolezzi e dipingersi le unghie, a Josy le sue belle bambole lasciate a
casa. L’unico che non sembrava essere affatto dispiaciuto del cambiamento era
Dan; si era concesso una lunga dormita durante tutto il viaggio e si era
svegliato solo quando Petunia, eccitata, aveva indicato terra in avvicinamento.
Sorridendo, era rimasto incantato dai colori: il verde brillante della vegetazione,
il bianco della sabbia, l’azzurro del mare, il rosso e il verde degli
ombrelloni dell’unico vero lido di tutta l’isola… Marshall approvava con
felicità l’entusiasmo del suo figlioletto e di tanto in tanto lanciava occhiate
preoccupate agli altri tre figli, che sembravano del tutto indifferenti a quel
magnifico panorama.
« Ecco, e anche l’ultimo
segnale Internet si è spento. Siamo ufficialmente isolati dal mondo. » si lamentò Nathalie, spegnendo il suo cellulare
rassegnata.
Matt sospirò, chiedendosi
se esistesse almeno un televisore in quell’isola, o se avrebbe dovuto
trascorrere il tempo a scacciare mosche, zanzare e insetti vari. Almeno Piton
avrebbe gradito, pensò mentre il suo sguardo cadeva sulla cesta ai suoi piedi,
dove il suo enorme pitone sibilava irritato.
« Addio divertimento… » mormorò rivolto a nessuno in particolare, con lo
sguardo perso nella contemplazione passiva di un paesaggio da cartolina.
« Vi divertirete, ne sono
sicura. » ribatté fiduciosa Petunia,
cercando di rallegrare i suoi tre figli privi di entusiasmo.
Josy si limitò a voltare
la testa dalla parte opposta, esprimendo con quel gesto tutto il suo
disaccordo. Non si sarebbe sicuramente divertita senza le sue bambole e si
sarebbe annoiata tantissimo, perciò aveva deciso di trascorrere tutto il tempo
a far rimpiangere ai suoi genitori la loro decisione.
« Tra poco sbarcheremo,
che emozione! » esclamò Marshall,
mentre Dan balbettava contento agitando i pugnetti.
Nathalie afferrò la sua
valigia e si avvicinò al bordo della barca, seguita da Matt con la cesta di
Piton. Sentire il vento tra i capelli era una sensazione che aveva sempre
adorato e doveva ammettere che quella brezza marina era qualcosa di
incredibile, ma non avrebbe mai espresso quei pensieri ad alta voce, non con i
suoi genitori nei paraggi. Non avrebbe mai ammesso che forse in quella vacanza
e in quell’isola ci fosse qualcosa che la attirasse, come il mare e l’idea
della natura incontaminata.
Si concesse un leggero
sospiro, che non sfuggì a Matt.
« Se passi anche tu dalla
loro parte, noi contro quest’assurda vacanza diventeremo la minoranza. » le mormorò, attento a non farsi sentire dai loro
genitori.
« Mi piace il mare. L’ho
sempre adorato, ma se sperano di convincermi si sbagliano. » ribatté con sicurezza, volgendo lo sguardo
all’orizzonte.
Quella che prima stata
una semplice macchia colorata nell’infinito dell’oceano, era diventata una
grande isola dai contorni definiti. Nathalie riusciva perfino a scorgere i
profili delle palme sulla spiaggia, il piccolo molo sul quale si infrangevano
le onde, le sagome degli abitanti che si spostavano sul lungomare.
Inevitabilmente, sorrise.
I ricordi riaffiorarono
con facilità e si fecero largo nella sua mente come un fiume in piena: lei che
faceva il bagno in quelle acque, lei che giocava con i castelli di sabbia, Matt
che la cercava nella piccola foresta mentre giocavano a nascondino…
« Matt, un po’ sono
contenta di esserci tornata… »
mormorò a bassa voce, con le guance rosse dalla vergogna della confessione.
Il ragazzo, invece di
deriderla, annuì impercettibilmente. Gli stessi ricordi di Nathalie lo stavano
distraendo, facendogli dimenticare per un attimo il motivo del suo risentimento
e della sua tristezza. Il sibilo irritato di Piton lo costrinse a tornare al
presente e accarezzò distrattamente la testa del serpente nella cesta.
Finalmente l’imbarcazione
giunse al porto e i passeggeri cominciarono a sbarcare.
« Ecco ci siamo! » gridò Petunia, raccogliendo tutti i suoi bagagli.
« Si scende! »
Marshall chiamò a
raccolta tutti i suoi figli e, tenendo in braccio Dan e per mano Josy, si
apprestò a scendere, facendo attenzione agli scalini scivolosi.
« Attenti! Potreste sci… » cominciò, ma non fece in tempo a terminare la
frase.
Con un grido di sorpresa,
Nathalie scivolò sull’ultimo gradino e stava per cadere, quando qualcuno
l’afferrò per un braccio.
All’improvviso, la
giornata della ragazza fu illuminata dal viso di un bel giovane che la
osservava preoccupato. Con un sorriso beato, si rimise in piedi e lo ringraziò,
mentre cercava di calmare la sua famiglia accorsa a soccorrerla.
« Grazie. » ripeté, guardando con aria adorante il suo
salvatore.
« Spero non ti sia fatta
male, Nathalie. »
La ragazza si chiese come
mai conoscesse il suo nome, ma all’improvviso qualcosa cominciò ad apparirle
familiare: i capelli biondi, gli occhi verdi così particolari, la sua voglia
sulla spalla…
La voglia a forma di
nuvola…
« Martin? Sei davvero tu?
»
Nathalie stentava a
credere che il suo amico d’infanzia fosse diventato un tal bel ragazzo,
soprattutto quando ripensava a tutta la confusione che aveva creato in sua
compagnia, a tutte le loro marachelle, ai loro giochi un po’ folli.
Martin sembrò pensare lo
stesso e lei ne fu sicura quando alzò la mano e la salutò come facevano quando
giocavano ai pirati. Era un saluto particolare, solo loro… la fece sorridere e
d’impeto gli strinse la mano, felice di aver incontrato una persona che
conosceva e con cui avrebbe potuto trascorrere le sue giornate.
« Siete tornati qui per
le vacanze? » chiese il ragazzo,
aiutandoli con le valigie.
Marshall e Petunia lo
salutarono, accogliendolo come un membro di famiglia.
« Sì, come ai vecchi
tempi! »
Martin rivolse un gran
sorriso a Dan, strinse la mano a Matt e si inchinò a Josy, baciandole la mano.
« Allora non rimane che
dirvi bentornati sull’isola, signori Leanson! Vedrete, vi divertirete. » annunciò, sorridendo a Nathalie.
Quando l’aveva detto sua
madre, non ci aveva creduto. Pronunciate da Martin, quelle parole assunsero un
significato diverso. Sì, ora ne era sicura: si sarebbero certamente divertiti.
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