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lunedì 10 settembre 2012

I Leanson: finalmente a casa!


Il profumo del mare era ciò che era mancato di più ai ragazzi ogni volta che avevano dovuto abbandonare l’isola e tornare a casa. Era ciò che, invece, caratterizzava la piccola villetta immersa nel verde che affittavano ogni anno. Marshall era stato deciso quando l’organizzatore di viaggi gli aveva chiesto se avrebbero voluto trascorrere l’estate in un hotel o in una abitazione in affitto; e lui gli aveva risposto che avrebbero soggiornato solo e unicamente in quella casa, o in nessun’altra. Era stato molto fortunato perché non c’era nessun altro interessato, ma ai ragazzi Leanson adesso era chiaro il perché.
L’abitazione era piccola, decisamente troppo piccola per una famiglia numerosa come la loro, e quella che loro ricordavano come una facciata antica, deliziosa e semplice, in realtà era stata trasformata dal tempo in qualcosa di vecchio e abbandonato. L’intonaco, senza la luce del sole ad abbagliarlo, era molto meno bianco di come lo era stato anni prima e addirittura era rovinato in alcune parti. La natura era avanzata con prepotenza e le radici degli alberi avevano ormai rovinato l’ingresso, mentre piante rampicanti era cresciute dappertutto, inglobando la casa stessa in alcuni punti.
« Questo posto è… è … » comincio a balbettare Nathalie, con l’aria di chi sperava di veder sbucare i cartelli con scritto “ scherzi a parte ” da un momento all’altro.
« Proprio come lo ricordavamo! » completò Matt, dandole una gomitata.
La ragazza lo guardò irritata, posando a terra le sue valigie, pronta a gridare al mondo ciò che pensava di quel postaccio pieno di insetti e umidità, ma poi capì perché suo fratello le aveva impedito di continuare.
Marshall e Petunia guardavano estasiati l’abitazione: erano incantati dalla sua bellezza, dai ricordi che tornavano loro in mente, da ciò che era loro familiare. Anche Dan e Josy la fissavano a bocca aperta, sorpresi da tutto quel verde e dalla particolarità della loro casa per quell’estate.
« Guarda, Petunia, qui Nathalie ha imparato ad andare in bici quando ha compiuto sette anni. Ricordi quando cadeva e si rialzava, decisa a ripartire? Sei sempre stata così testarda… » esclamò, rivolgendo un gran sorriso a sua figlia.
Suo malgrado, anche lei sorrise, ingoiando tutti gli insulti su quel posto e la sua frustrazione. Si vedeva da lontano che ai suoi genitori piaceva ancora, che tenevano un mondo a quelle mura perché racchiudevano una parte della loro esistenza, quella in cui erano cresciuti divertendosi insieme.
Matt le fece l’occhiolino, segno che approvava la sua condotta, e guardò in silenzio i suoi mentre infilavano la chiave nella serratura.
Marshall e Petunia si guardarono soddisfatti quando la porta si aprì, rivelando l’interno. Anche quello era solo la brutta copia, rimpicciolita e invecchiata, del salone che era nei loro ricordi, ma Nathalie e Matt tennero nuovamente le loro considerazioni per loro, lasciando che Josy e Dan provassero ciò che loro avevano provato le prime volte.
« Ragazzi, non è meraviglioso? » esclamò entusiasta Marshall, posando le valigie in un angolo.
« Fa caldo. » mormorò Josy, posando Impi in un angolino della stanza lontano dagli scottanti raggi del sole.
« Ci sono troppi insetti. » replicò Petunia, allontanando le mosche da lei e Dan.
« Non c’è spazio per tutti. » osservò Matt, guardando con sospetto il piccolo tavolino della sala da pranzo.
« Niente tv? » domandò sconvolta Nathalie, attenta a non toccare nulla.
Marshall sospirò e alzò gli occhi al cielo.
« Josy, fa caldo perché questa casa è stata chiusa per tanto tempo. Petunia, metteremo delle zanzariere e aggiusteremo quelle rotte. Matt, pranzeremo fuori, tutti insieme. E Nathalie, per amor del cielo, sei circondata da un paradiso naturale con mare, monti, fiumiciattoli e tanto altro e pensi alla tv? » aggiunse, guardando con aria grave quella famiglia così attaccata al mondo delle comodità. « Questo renderà meravigliosa quest’estate: le attività all’aperto, le escursioni, le nuotate a notte fonda! Riuscite a crederci? »
Per l’ennesima volta, il suo entusiasmo non fu contagioso. Solamente Petunia annuì, cominciando a disfare le valigie.
« Ragazzi, purtroppo ci sono solo due camere da letto. In una dormiremo noi e Dan, nell’altra due di voi. Il terzo dovrà sistemarsi sul divano. Adesso scegliete pure in maniera civile… »
Petunia non completò neanche la frase, poiché i tre ragazzi erano partiti a gran velocità su per le scale, impegnati in una competizione selvaggia per aggiudicarsi i due soli letti disponibili. Convinta che il suo intervento fosse necessario, pregò anche suo marito di seguirla di sopra per placare le urla che invadevano quella che fino a poco tempo prima era stata una tranquilla e silenziosa villetta nella quiete della natura.
« C’ero prima io! » gridava Josy, mentre lanciava la borsa di Nathalie per terra.
« Io! » ribadiva la sorella, sdraiandosi sul letto.
« Prima lei. » esclamava Matt, piegato in due dalle risate, seduto sul suo letto accanto alla finestra.
Petunia gli lanciò un’occhiataccia, incolpandolo di non essere intervenuto a dividere le due sorelle, che ormai cominciavano a spingersi l’un l’altra giù dal letto.
« Josy e Nathalie: smettetela immediatamente. ! »
L’apparizione di Marshall fece cessare immediatamente ogni combattimento. Le due ragazze si guardavano con aria di sfida, in attesa che il loro papà dichiarasse la vincitrice, mentre Matt continuava a ridere e ad incitarle l’una contro l’altra.
« Basta! Petunia, metterò Matt e Nathalie insieme in una stanza solo quando vorrò far demolire questa casa! » affermò, chiedendo l’approvazione di sua moglie. « Ragazze, dormite voi insieme. Matt, sei il fratello maggiore: dovresti essere un gentiluomo e cedere alle due signorine il posto. »
Il sorriso sparì dalla faccia del ragazzo, che si alzò disperato, borbottando scuse di ogni tipo. Dopo pochi minuti, si rassegnò. Suo padre era irremovibile quando prendeva quelle decisioni e con l’aria sconfitta prese i suoi bagagli e passò davanti a Josy e Nathalie, tornate miracolosamente amiche per la pelle, diretto in salotto. Fu proprio a loro due che indirizzò un gestaccio, che fortunatamente né Marshall né Petunia videro, mentre prendeva la cesta di Piton e scendeva le scale, seguito da tutti.
« Adesso aiutateci tutti a dare una pulita a questo posto! » esclamò Petunia, sistemando Dan nel girello.
Matt, che già non ne poteva più della confusione, alzò le mani, dirigendosi all’ingresso.
« Io esco a fare due passi! »
Nathalie lo seguì in fretta, scansando una scopa che sua madre le aveva dato. Josy, nel timore di dover fare pulizie e incontrare qualche bel ragnetto odioso, corse a raggiungere suo fratello e sua sorella.
« Vado anch’io! »
« Tornate qui! » gridò Petunia, già pronta con il suo grembiule delle pulizie.
I suoi tre figli erano già lontani e cercavano di uscire dal boschetto di erbacce che era diventato il giardino.
« Bene, io cerco Martin. » dichiarò Nathalie, proibendo categoricamente ai due di seguirla.
« Io cerco fiori qui intorno. » annunciò Josy, lanciandosi su una pianta di fiorellini rosa.
« Io cerco qualcuno che respiri e cammini nel raggio di un chilometro. Buona fortuna a tutti e tre. » mormorò Matt, con le mani in tasca, dirigendosi verso i sentieri ancora inesplorati di quell’isola.

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