Il profumo del mare era
ciò che era mancato di più ai ragazzi ogni volta che avevano dovuto abbandonare
l’isola e tornare a casa. Era ciò che, invece, caratterizzava la piccola
villetta immersa nel verde che affittavano ogni anno. Marshall era stato deciso
quando l’organizzatore di viaggi gli aveva chiesto se avrebbero voluto
trascorrere l’estate in un hotel o in una abitazione in affitto; e lui gli
aveva risposto che avrebbero soggiornato solo e unicamente in quella casa, o in
nessun’altra. Era stato molto fortunato perché non c’era nessun altro
interessato, ma ai ragazzi Leanson adesso era chiaro il perché.
L’abitazione era piccola,
decisamente troppo piccola per una famiglia numerosa come la loro, e quella che
loro ricordavano come una facciata antica, deliziosa e semplice, in realtà era
stata trasformata dal tempo in qualcosa di vecchio e abbandonato. L’intonaco,
senza la luce del sole ad abbagliarlo, era molto meno bianco di come lo era
stato anni prima e addirittura era rovinato in alcune parti. La natura era
avanzata con prepotenza e le radici degli alberi avevano ormai rovinato
l’ingresso, mentre piante rampicanti era cresciute dappertutto, inglobando la
casa stessa in alcuni punti.
« Questo posto è… è … » comincio a balbettare Nathalie, con l’aria di chi
sperava di veder sbucare i cartelli con scritto “ scherzi a parte ” da un
momento all’altro.
« Proprio come lo
ricordavamo! » completò Matt, dandole
una gomitata.
La ragazza lo guardò
irritata, posando a terra le sue valigie, pronta a gridare al mondo ciò che
pensava di quel postaccio pieno di insetti e umidità, ma poi capì perché suo
fratello le aveva impedito di continuare.
Marshall e Petunia
guardavano estasiati l’abitazione: erano incantati dalla sua bellezza, dai
ricordi che tornavano loro in mente, da ciò che era loro familiare. Anche Dan e
Josy la fissavano a bocca aperta, sorpresi da tutto quel verde e dalla
particolarità della loro casa per quell’estate.
« Guarda, Petunia, qui
Nathalie ha imparato ad andare in bici quando ha compiuto sette anni. Ricordi
quando cadeva e si rialzava, decisa a ripartire? Sei sempre stata così
testarda… » esclamò, rivolgendo un
gran sorriso a sua figlia.
Suo malgrado, anche lei
sorrise, ingoiando tutti gli insulti su quel posto e la sua frustrazione. Si
vedeva da lontano che ai suoi genitori piaceva ancora, che tenevano un mondo a
quelle mura perché racchiudevano una parte della loro esistenza, quella in cui
erano cresciuti divertendosi insieme.
Matt le fece
l’occhiolino, segno che approvava la sua condotta, e guardò in silenzio i suoi
mentre infilavano la chiave nella serratura.
Marshall e Petunia si
guardarono soddisfatti quando la porta si aprì, rivelando l’interno. Anche
quello era solo la brutta copia, rimpicciolita e invecchiata, del salone che
era nei loro ricordi, ma Nathalie e Matt tennero nuovamente le loro
considerazioni per loro, lasciando che Josy e Dan provassero ciò che loro
avevano provato le prime volte.
« Ragazzi, non è
meraviglioso? » esclamò entusiasta
Marshall, posando le valigie in un angolo.
« Fa caldo. » mormorò Josy, posando Impi in un angolino della
stanza lontano dagli scottanti raggi del sole.
« Ci sono troppi insetti.
» replicò Petunia, allontanando le
mosche da lei e Dan.
« Non c’è spazio per
tutti. » osservò Matt, guardando con
sospetto il piccolo tavolino della sala da pranzo.
« Niente tv? » domandò sconvolta Nathalie, attenta a non toccare
nulla.
Marshall sospirò e alzò
gli occhi al cielo.
« Josy, fa caldo perché
questa casa è stata chiusa per tanto tempo. Petunia, metteremo delle zanzariere
e aggiusteremo quelle rotte. Matt, pranzeremo fuori, tutti insieme. E Nathalie,
per amor del cielo, sei circondata da un paradiso naturale con mare, monti,
fiumiciattoli e tanto altro e pensi alla tv? » aggiunse, guardando con aria grave quella famiglia così attaccata al
mondo delle comodità. « Questo
renderà meravigliosa quest’estate: le attività all’aperto, le escursioni, le
nuotate a notte fonda! Riuscite a crederci? »
Per l’ennesima volta, il
suo entusiasmo non fu contagioso. Solamente Petunia annuì, cominciando a
disfare le valigie.
« Ragazzi, purtroppo ci
sono solo due camere da letto. In una dormiremo noi e Dan, nell’altra due di
voi. Il terzo dovrà sistemarsi sul divano. Adesso scegliete pure in maniera
civile… »
Petunia non completò
neanche la frase, poiché i tre ragazzi erano partiti a gran velocità su per le
scale, impegnati in una competizione selvaggia per aggiudicarsi i due soli
letti disponibili. Convinta che il suo intervento fosse necessario, pregò anche
suo marito di seguirla di sopra per placare le urla che invadevano quella che
fino a poco tempo prima era stata una tranquilla e silenziosa villetta nella
quiete della natura.
« C’ero prima io! » gridava Josy, mentre lanciava la borsa di
Nathalie per terra.
« Io! » ribadiva la sorella, sdraiandosi sul letto.
« Prima lei. » esclamava Matt, piegato in due dalle risate,
seduto sul suo letto accanto alla finestra.
Petunia gli lanciò
un’occhiataccia, incolpandolo di non essere intervenuto a dividere le due
sorelle, che ormai cominciavano a spingersi l’un l’altra giù dal letto.
« Josy e Nathalie:
smettetela immediatamente. ! »
L’apparizione di Marshall
fece cessare immediatamente ogni combattimento. Le due ragazze si guardavano
con aria di sfida, in attesa che il loro papà dichiarasse la vincitrice,
mentre Matt continuava a ridere e ad incitarle l’una contro l’altra.
« Basta! Petunia, metterò
Matt e Nathalie insieme in una stanza solo quando vorrò far demolire questa
casa! » affermò, chiedendo
l’approvazione di sua moglie. «
Ragazze, dormite voi insieme. Matt, sei il fratello maggiore: dovresti essere
un gentiluomo e cedere alle due signorine il posto. »
Il sorriso sparì dalla
faccia del ragazzo, che si alzò disperato, borbottando scuse di ogni tipo. Dopo
pochi minuti, si rassegnò. Suo padre era irremovibile quando prendeva quelle
decisioni e con l’aria sconfitta prese i suoi bagagli e passò davanti a Josy e
Nathalie, tornate miracolosamente amiche per la pelle, diretto in salotto. Fu
proprio a loro due che indirizzò un gestaccio, che fortunatamente né Marshall
né Petunia videro, mentre prendeva la cesta di Piton e scendeva le scale,
seguito da tutti.
« Adesso aiutateci tutti
a dare una pulita a questo posto! »
esclamò Petunia, sistemando Dan nel girello.
Matt, che già non ne
poteva più della confusione, alzò le mani, dirigendosi all’ingresso.« Io esco a fare due passi! »
Nathalie lo seguì in fretta, scansando una scopa che sua madre le aveva dato. Josy, nel timore di dover fare pulizie e incontrare qualche bel ragnetto odioso, corse a raggiungere suo fratello e sua sorella.
« Vado anch’io! »
« Tornate qui! » gridò Petunia, già pronta con il suo grembiule
delle pulizie.
I suoi tre figli erano
già lontani e cercavano di uscire dal boschetto di erbacce che era diventato il
giardino.
« Bene, io cerco Martin. » dichiarò Nathalie, proibendo categoricamente ai
due di seguirla.
« Io cerco fiori qui
intorno. » annunciò Josy, lanciandosi
su una pianta di fiorellini rosa.
« Io cerco qualcuno che
respiri e cammini nel raggio di un chilometro. Buona fortuna a tutti e tre. » mormorò Matt, con le mani in tasca, dirigendosi
verso i sentieri ancora inesplorati di quell’isola.
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