"Chi saprà mai veramente quanto più che ogni gesto possa turbar nel profondo una sola parola?"
Questa frase di Carlo Maria Franzero mi ha colpito molto. Se ci fermassimo a riflettere, in effetti, ci accorgeremmo che le parole sono l'arma più potente a nostra disposizione.
Una parola può emozionare, può far sorridere, può far divertire, ma una parola può anche ferire, può far soffrire, può far del male.
Le parole, prima di essere pronunciate, andrebbero pensate e ragionate non una volta, ma molte. Prima di definire qualcosa con una parola, dovremmo pensare alle conseguenze che provocheremmo.
Quanto è triste usare parole a caso, quanto è orrendo usare parole per ferire gli altri, quanto è ingiusto assegnare una parola cattiva a ciò che ci circonda.
Quando definiamo un qualcosa una schifezza, ad esempio. Prima di bollare così un lavoro, dovremmo chiederci che cosa rappresenta quel lavoro: fatica, volontà di migliorarsi, entusiasmo, pazienza... C'è un mondo dietro ogni cosa,così come c'è un significato dietro ogni parola.
Per questo, pensiamo a quali parole sarebbero giuste, prima di pronunciarle; già, perchè le parole sanno colpire nel profondo più di ogni altro.
Esiste però qualcosa che è capace di far male quanto le parole stesse: un voto.
Un voto è qualcosa che ti segna e che inevitabilmente ti mette in discussione. Qualcuno dovrebbe dirlo ai prof, ogni tanto. Dovremmo avvertirli delle conseguenze di un 2, di un 6, di un 9. Un voto non è nulla, ma fa tanto: se non si sa chiaramente chi si è, quali sono le proprie capacità, le proprie attitudini, le proprie passioni, un voto può confondere e farci cadere in un abisso dal quale è difficile venir fuori. L'abisso dell'incertezza.
A che cosa si riduce il mio essere persona? Ad un numero da 1 a 10? A che cosa si riduce il mio piccolo universo, ad un marchio senza senso? Una volta una prof mi ha detto che un voto serve a valutare i tratti di un percorso, non l'alunno quale persona; se prendo un 5 oggi, domani potrò prendere un 10 su un altro argomento.
Ecco, se qualche altro prof la pensasse allo stesso modo, il mondo sarebbe migliore. Perchè il mondo? Non è un'esagerazione. Il mondo sarebbe migliore perchè noi ragazzi siamo i cittadini del domani, e il nostro modo di pensare si forma proprio a scuola. La scuola è una vita in miniatura: ciò che ti insegnano non sono solo le nozioni delle varie materie, ti insegnano che esistono ingiustizie e amarezze da cui o impari a risollevarti o perdi la partita.
Prima di dire a qualcuno "sei da 5", meglio pensare bene a ciò che si sta per esclamare. Perchè nessuno ha il diritto di valutare la vita di un altro; non si può giudicare qualcosa che non si conosce.
E ai prof servirebbe una bella lezione, su quanto siano capaci di far scoppiare in noi una guerra interiore destinata a risolversi con l'annientarsi di tutte le nostre certezze.
Io non sono nè da 5 nè da 7 nè da 10 perchè nessuno può assegnarmi un voto, nessuno può riassumere ciò che sono con un numero. Perchè a volte ciò che mostriamo è lontano mille numeri da ciò che siamo realmente...
Impegnamoci dunque a non assegnare una parola o un voto a qualcuno alla leggera. Perchè in fondo la parola non è l'unica arma a nostra disposizione; c'è nè una altrettanto potente, anzi, forse anche di più.
Il pensiero.
La nostra capacità mentale per cui nulla è impossibile. L'unica parte di noi ad essere realmente libera...
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