La vita è un continuo oscillare tra ragione e sentimento,
logica ed emozione. La vita è meravigliosa, ma maledettamente difficile. Ti rendi
conto di avere un cervello, un corpo, un cuore e un’esistenza e di dovere a
ciascuno di loro qualcosa.
Cosa, è un dannato mistero.
A volte sembra così facile: alzarsi, mangiare, vestirsi,
uscire, andare a scuola, mangiare, compiti, tv, mangiare, andare a dormire. È un
continuo susseguirsi, un ciclo infinito che compiamo meccanicamente dalla
nascita sino alla morte.
Ma ci siamo mai chiesti quale sia il vero significato della
nostra esistenza? Davvero ci basta quella catena di azioni per sentirci vivi? La
vita è altro. E necessariamente quell’altro
è bene e male.
Male, vivere è
male quando la vita ti fa soffrire.
Ti fa soffrire quando, nel bel mezzo nella notte, ti svegli
singhiozzando chiedendoti in che cosa tu stia sbagliando. Ti fa soffrire
quando, tra i tuoi compagni, sfuggi al loro sguardo perché ti senti solo. Ti fa
soffrire quando ti rendi conto che ciò che ti circonda non ti appartiene mai
totalmente. Ti fa soffrire quando infrange i tuoi sogni, quando li scaraventa
al suolo e li distrugge, fin quando non rimane solo un orribile buco nero, che
risucchia tutto ciò che di buono esiste nell’anima di un individuo. Ti fa
soffrire quando ami così tanto una persona da non poter neanche solo farle
capire quanto per te sia importante, quanto sia importante anche solo tenerle
la mano, ridere con lei, guardarla e sorriderle. Perché è sbagliato. Perché non
puoi farlo, perché ti distruggerebbe sapere che quella persona non prova ciò
che tu stai provando, che non puoi correre il rischio di perdere il sole del
tuo universo. Ti fa soffrire quando, in un’amica, non trovi conforto e
sollievo, ma solo un’altra sconfitta, perché non riesci a imprimere nella tua
testa che non devi più fidarti.
Ti fa soffrire quando ti senti uno schifo, quando non puoi
fare a meno di puntarti il dito contro e urlare quanto sia stupida a ricadere
sempre negli stessi errori. La fiducia, la fiducia si conquista: eppure non
riesci ad aprire gli occhi, a dire per una maledetta volta un ‘no’. Ti senti
uno schifo perché sai di stare per commettere il medesimo sbaglio, ma non ti
fermi. Continui a infilarti quel pugnare nel cuore sperando che il dolore ti
renda sordo a tutto il resto, ma quel resto non scompare. La ferita non
guarisce mai completamente, e tu ogni volta ti ritrovi a riaprirla e a lasciar
scorrere il sangue in attesa che ti purifichi e che cancelli ciò che stai
facendo. Ma non è così. Non basta.
Non basta far finta che tutto vada bene, stamparsi un
sorriso idiota sul volto e affrontare gli altri. Stai fuggendo, fuggendo da te
stessa e da ciò che realmente sei, perché temi di scoprire qualcosa che non ti
piacerà. Ebbene, non si può fuggire in eterno. Prima o poi qualcosa accade, e
si perviene al punto limite.
Ti scopri capace di azioni e pensieri che non ti avrebbero
nemmeno sfiorato e ti ritrovi a sopprimere quella parte di te che ti chiede di
non rinunciare alla vita. Ti rendi conto di sapere cosa sia la vendetta, l’odio,
il ribrezzo. Scopri che provarlo è molto facile, quasi necessario.
Poi, scopri che è sbagliato. Così, distruggi ogni minima
parte del tuo essere perché sei consapevole di essere diventato qualcosa di ben
diverso da ciò che eri. Nel momento in cui il risentimento entra nel tuo animo,
non c’è spazio per nient’altro...
Bene, perché vivi nel momento in cui senti qualcosa dentro
di te, qualcosa che ti fa ridere, ti fa stare bene. Vivi
nel momento in cui scopri che tutto ciò che accade intorno a te ti segna
profondamente. Vivi nel momento in cui leggi la vita negli occhi di chi ti sta
intorno.
Vivere è una conseguenza della consapevolezza di possedere
un’esistenza, e per esistenza non possiamo non intendere quell’insieme di
corpo, cervello, cuore e anima che ci rende individui.
Ma la vita è anche E soprattutto bene. Per le cose
meravigliose, per le cose belle, per le cose che amiamo...per questo dobbiamo vivere.
Io per te ci sarò
sempre.
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