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domenica 21 ottobre 2012

I Leanson: nuovi amici!


La distesa d’acqua si estendeva a perdita d’occhio. Non un’onda, non una nuvola in cielo. La pace più assoluta. Nathalie guardava con sospetto a quel magnifico paesaggio: non sapeva perché, ma tanta tranquillità, invece di farle piacere, la turbava in modo del tutto irrazionale. Si guardava continuamente intorno, come se qualcosa stesse per accadere; quell’aspettativa le toglieva il respiro, le faceva battere forte il cuore, la spaventava così tanto. E poi, quel qualcosa arrivò.
Il cielo si fece carico di nubi scure, il mare cominciò ad agitarsi. Un vento impetuoso la spingeva indietro, mentre alte onde si avvicinavano alla spiaggia, lì dove lei era inerte spettatrice del caos degli elementi. Voleva fuggire, scappare lontano, cancellare dalla mente anche solo il ricordo di quello spettacolo così spaventoso, ma non ci riusciva. Sentiva migliaia di fili invisibili che la trattenevano lì contro la sua volontà e ogni suo sforzo era inutile, anzi sembrava aumentare la forza che le impediva di allontanarsi. Il pericolo si faceva sempre più vicino, la tempesta stava arrivando e Nathalie non poteva far altro che urlare nel tentativo di mettere fine a quell’incubo…
Si svegliò madida di sudore, sconvolta e senza fiato. Si guardò intorno, cercando di capire cosa le fosse accaduto. Era distesa sul suo letto e di fronte a lei Josy, sua sorella, dormiva tranquillamente. Niente nella stanza sembrava essere fuori posto, o meglio tutto era normalmente fuori posto: sapeva che sua madre avrebbe avuto un colpo quando, entrando in quel disordine totale, le avrebbe viste a letto invece che impegnate nelle pulizie; ma in quel momento essere circondata dalla normalità le fece bene. Si alzò e, evitando gli ostacoli disseminati per la via, raggiunse la finestra: fuori il cielo preannunciava una meravigliosa nuova giornata, del tutto simile a quella precedente e all’altra prima ancora. Su quell’isola, il brutto tempo sembrava non esistere. “ Tanto meglio. ” pensò Nathalie, che di rivivere il suo incubo proprio non ne aveva voglia.
Un leggero venticello le scompigliò i capelli, mentre cercava di non pensare più a quell’orrenda sensazione che aveva dentro. Ecco cosa avrebbe fatto, quel giorno: convinto Martin ad accompagnarla al capo nord dell’isola, dove i venti erano sempre più impetuosi e dove le sarebbe piaciuto passeggiare sugli scogli. Sperò che anche lui trovasse soddisfacente l’idea e che soprattutto sarebbero stati solo lui e lei, senza quei suoi strani amici. Strani, in effetti, era un modo diverso per esprimere un complicato concetto: li trovava simpatici in alcuni momenti, terribilmente antipatici in altri; le dispiaceva essere continuamente tormentata dalle loro domande, ma non le faceva neanche piacere essere lasciata in disparte. Un insieme di sensazioni ed emozioni contrastanti che Nathalie associò alla scarsità del tempo trascorso insieme: magari, dopo qualche altro giorno, si sarebbe inserita meglio anche lei. Bran, Serena, Lori, Gabriel, Marco, Alex, Francesco, Lucy: faticava persino a ricordare i loro nomi. Martin glieli aveva presentati uno ad uno.
« Lei è Lori. In realtà si chiama Loretta, ma non ne è molto entusiasta. » le aveva spiegato, mentre lei le stringeva la mano.
Lori era stata molto gentile con lei: era una ragazzina solare e vivace, con i capelli più scuri che Nathalie avesse mai visto, e grandi occhi neri. Martin le aveva sussurrato che poteva chiamarla Loretta tutte le volte che voleva farla arrabbiare e le aveva assicurato che sarebbe stato un vero spettacolo.
« Francesco e Marco… » aveva poi continuato, presentandole i due ragazzi.
Nathalie li aveva salutati con un sorriso, cercando di nascondere l’imbarazzo, poi fortunatamente Martin aveva proseguito quel rituale di cui avrebbe volentieri fatto a meno.
« Lei è Lucy, poi c’è Bran, il suo fratellino , » aveva aggiunto, indicandogli un ragazzino dai capelli biondissimi.  « Gabriel, Serena, e infine… »
« Alex! » aveva esclamato la ragazza vicino a lei, abbracciandola con entusiasmo. « So già che diventeremo grandi amiche! »
Nathalie lo sperava davvero, con tutta se stessa. Sembrava l’unica della famiglia a non essersi ancora abituata alla vita sull’isola: sua madre aveva fatto conoscenza con tutte le casalinghe del paesino, suo padre e il padre di Martin erano inseparabili, Josy e Dan erano così entusiasti della natura e di quel mondo, perfino Matt sembrava essere impegnato in qualcosa che lo rendeva felice. Lei invece? Cosa aveva fatto? Niente, se non prendersi una cotta per quello che un tempo era stato il suo migliore amico d’infanzia. Lei e Martin erano stati sempre insieme, avevano sempre condiviso tutto, ogni segreto, ogni idea, ogni gioco. Poi, erano cresciuti; e crescendo, quel legame magico che li univa si era spezzato. A Nathalie mancava quel mondo tutto loro e si sforzava di sorridere ogni qualvolta lui ricordasse i tempi passati, definendoli i tempi in cui erano solo due sciocchi ragazzini. Come avrebbe potuto dirgli che per lei quei tempi erano stati importanti? E come poteva dirgli che lui era importante per lei? Rivederlo era stato stupendo e solo ora riusciva a capire che non era stato semplicemente il ricordo del loro passato a farle battere il cuore, ma la sua presenza. Stringergli la mano, ridere insieme a lui, passeggiare fianco a fianco sulla spiaggia al tramonto… Come aveva fatto ad innamorarsi di Martin?
Scosse la testa e si impose di non pensarci. Sarebbe scesa a fare colazione, tanto di dormire non ne aveva più nessuna voglia.
Attenta a non svegliare nessuno, scese le scale e andò in cucina. L’aria della mattinata era sempre dominata da quella splendida sensazione della natura che si risveglia e Nathalie la inspirò a fondo, mentre attraversava il salotto. Era così presa dalla contemplazione del creato che non si accorse che il divano era vuoto.
« Già in piedi? » le chiese Matt, intento a mescolare la sua tazza di caffè.
Nathalie annuì, mentre apriva la dispensa alla ricerca dei cereali.
« Anche tu non riesci a dormire? » gli domandò, afferrando una tazza e una bottiglia di latte.
« Esco presto stamattina. »
« E dove vai? » domandò con sincera curiosità, sedendosi di fronte a lui.
Matt sorrise, ma non le rispose. Adorava far morire di curiosità sua sorella ed sapeva che Nathalie non avrebbe resistito a lungo prima di supplicarlo per avere la risposta alla sua domanda.
« Dove vai? Dimmelo! » esclamò poco dopo, lanciandogli un’occhiataccia.
« Porto Lili a fare un giro in spiaggia. »
L’espressione della ragazza cambiò rapidamente.
« Guarda che non sei costretto a stare con lei solo perché è … »
« Voglio farlo. » la interruppe Matt.
Nathalie non lo capiva proprio, a volte. Aveva trascorso quasi tutti i pomeriggi con quella ragazza e aveva rifiutato di unirsi alla loro compagnia; certo non le dispiaceva affatto, ma che cosa lo tenesse legato a lei proprio non lo sapeva.
« Tu dove vai oggi? »
« Non lo so. Penso che cercherò Lori, Alex e Lucy. » mentì, cercando di esprimere sincero entusiasmo.
« Sono contento che le altre ragazze ti piacciano. »
Nathalie annuì e tacque. Terminò in silenzio la sua colazione, poi si alzò.
« Allora buona passeggiata in spiaggia, Matt. »
« Buona uscita con le tue nuove amiche, Nathalie. » le augurò lui di rimando.
La ragazza accolse con piacere l’augurio, ma sperò comunque che quella buona uscita l’avrebbe avuta solo e soltanto con Martin.

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