Era appoggiato alle porte del mondo, senza avere il coraggio di andare oltre. Aveva cercato a lungo e alla fine aveva trovato ciò per cui aveva sprecato tutta la sua vita; eppure, eppure qualcosa gli impediva di proseguire. Non era un’imposizione, ma un sottile presentimento che si era impadronito del suo animo. Andare oltre: ma dove? Si era già spinto al di là di ogni limite, aveva abbandonato da tempo i sentieri familiari della razionalità per imboccare quelli dei suoi dubbi più profondi, riuscendo ad uscire da quell’oscuro labirinto. L’uscita, tuttavia, non era altro che un’altra entrata. Osare o tornare indietro: si aveva sempre una scelta, in ogni situazione. Doveva compiere la sua.
Gli sarebbe bastato superare la soglia e lasciarsi andare; poi, non avrebbe mai più potuto tornare indietro. Aveva già detto addio a troppe cose per quella folle ricerca, a troppe cose importanti: alla sua famiglia, ai suoi amici, alla sua anima, a lei.
Quando aveva iniziato, era stato per debole interesse; quell’interesse si era trasformato di giorno in giorno in passione. La passione era diventata ossessione; l’ossessione follia. Con la follia, non restò più nulla di umano nel suo animo.
Non era un uomo, non era un dio, non era niente, ma era: esisteva, in qualche modo. Esisteva in una dimensione pericolosamente vicina al nulla, ma ancora ben ancorata al tutto dell’universo. Quel sottile legame tra i due mondi gli permetteva di contemplarli senza lasciare che l’uno lo precludesse all’altro. Nell’ultimo periodo, però, era stato troppo vicino all’altro mondo, rischiando di perdere se stesso, troppo vicino a varcare il confine che separa la ragione dal non senso. Ciò che più lo spaventava non era spingersi oltre, ma il suo desiderio di farlo, frenato dal suo istinto di restare ancorato all’esistenza. Che cosa gli stava succedendo? Gli era sempre bastato poter osservare da lontano il caos. Perché aveva cominciato a desiderare di farne parte?
Lui non aveva un luogo che sentiva proprio. La sua stessa esistenza era convinto non gli appartenesse. Allora? Cosa avrebbe scelto?
Guardò ancora a lungo oltre l’orizzonte, poi sospirò, prima di ritornare nel confine della ragione, chiudendo solo momentaneamente quella porta che aveva ricercato con tanto fatica. L’avrebbe superata, ma solo quando sarebbe stato sicuro di non avere più nulla da perdere. L’avrebbe superata quando avrebbe reciso ogni legame con ciò che credeva di essere. All’improvviso, scoppiò in una violenta risata: era quella la pazzia. La lucida consapevolezza di essersi spinti troppo in là sul sentiero del non senso.
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