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venerdì 15 giugno 2012

Vi racconto una storia...


Vi era un album bianco così sensibile al tocco

della matita che credeva d’esser fatto di filigrana.

Quando la signora di legno posava il suo esile

piede grigio nel bel mezzo del candido foglio,

l’album le chiedeva ripetutamente di far piano,

perché diceva che un segno più forte lo avrebbe sicuramente strappato.

La matita, superbamente, continuava a disegnare,

tracciando linee scure e chiare.

«Sapete signora matita, io sono una filigrana particolare.»

 diceva in continuazione.

 «Son capace di crear meraviglie sulle mie pagine. Vi darò qualche lezione!»

La matita tuttavia non credeva alle parole dell’album vanitoso

e spesso lo derideva con le sue amiche di quanto fosse orgoglioso.

«Sì, Bic, ti dico che è vero. Si crede di esser chissà qual prezioso materiale.»

 sussurrava silenziosamente per non farsi sentire dall’album.

 «Dice di esser speciale!»

«Sarà.» rispondeva la penna,

che con lui non aveva ancor fatto conoscenza.

«Io non trovo nulla di diverso da una volgare carta bianca.»

Per la prima volta, però, toccò proprio alla signorina Bic

l’onore di ricopiar un disegno ben riuscito.

Le linee di un delicato fiorellino con petali

 e foglioline la penna si accinse a seguire

e senza indugio l’album fiero la lasciò proseguire.

«Che lavoro faticoso scriver su quest’album.»

si lamentò alla fine del lavoro.

 «Altro che filigrana, sembra un cartone.»

Poco attenta a non farsi udire, fu così che l’album la sentì.

 Essendo di delicati sentimenti,

 si offese molto alle parole della penna sprezzante

e volle dar dimostrazione della propria arte.

«Aiutatemi, messeri colori.» esclamò l’album al verde e al rosa.

 «Aggraziate questo disegno con la vostra bellezza.»

I colori danzarono per il foglio portando vivacità al bianco album che,

sentendosi fiero di sé,

mostrò così il capolavoro alle vanitose signore.

«Ammirate la bellezza del mio tessuto,

come assorbe i colori e come rimane delicato e trasparente.» si vantò.

«Nessuna di voi sa far un simile lavoro.

Son meglio della carta, simile alla più preziosa filigrana.»

La matita e la penna scoppiarono in una fragorosa risata.

L’album si sentì così umiliato che i colori cominciarono a sciuparsi e a scomparire,

tutto ritornò bianco e anche il fiorellino cominciò a sparire.

«Guardate, compagne.» esclamò la matita.

«Non è capace neanche di tenere su di sé il nostro lavoro.»

All’improvviso, la signora Bic trattenne a stento un grido:

 un delicato fiorellino le era apparso accanto.

«Guardi lei, signora matita. Lo dicevo d’esser una filigrana speciale.»

 affermò gonfio d’orgoglio.

«Son talmente delicato e trasparente che posso realizzare tutto ciò che voi,

con il vostro aggraziato passo, create sulle mie pagine.»

Infatti è vero ciò che l’album raccontava.

Era davvero speciale,

ma nemmeno lui sapeva qual modo particolare

aveva usato per creare quel meraviglioso capolavoro.

In quell’occasione gli bastò a far tacere le signore,

ma di lui altre avventure non conosciamo

 e nemmeno sappiamo cos’altro dal nulla realizzò.

La sua storia si tramanda nelle leggende

 e per un po’ anche noi ne abbiam perso le tracce.

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