Vi era un album bianco così sensibile al tocco
della matita che credeva d’esser fatto di filigrana.
Quando la signora di legno posava il suo esile
piede grigio nel bel mezzo del candido foglio,
l’album le chiedeva ripetutamente di far piano,
perché diceva che un segno più forte lo avrebbe sicuramente
strappato.
La matita, superbamente, continuava a disegnare,
tracciando linee scure e chiare.
«Sapete signora matita, io sono una filigrana particolare.»
diceva in
continuazione.
«Son capace di crear
meraviglie sulle mie pagine. Vi darò qualche lezione!»
La matita tuttavia non credeva alle parole dell’album vanitoso
e spesso lo derideva con le sue amiche di quanto fosse
orgoglioso.
«Sì, Bic, ti dico che è vero. Si crede di esser chissà qual
prezioso materiale.»
sussurrava
silenziosamente per non farsi sentire dall’album.
«Dice di esser
speciale!»
«Sarà.» rispondeva la penna,
che con lui non aveva ancor fatto conoscenza.
«Io non trovo nulla di diverso da una volgare carta bianca.»
Per la prima volta, però, toccò proprio alla signorina Bic
l’onore di ricopiar un disegno ben riuscito.
Le linee di un delicato fiorellino con petali
e foglioline la penna
si accinse a seguire
e senza indugio l’album fiero la lasciò proseguire.
«Che lavoro faticoso scriver su quest’album.»
si lamentò alla fine del lavoro.
«Altro che filigrana,
sembra un cartone.»
Poco attenta a non farsi udire, fu così che l’album la
sentì.
Essendo di delicati
sentimenti,
si offese molto alle
parole della penna sprezzante
e volle dar dimostrazione della propria arte.
«Aiutatemi, messeri colori.» esclamò l’album al verde e al
rosa.
«Aggraziate questo
disegno con la vostra bellezza.»
I colori danzarono per il foglio portando vivacità al bianco
album che,
sentendosi fiero di sé,

mostrò così il capolavoro alle vanitose signore.
«Ammirate la bellezza del mio tessuto,
come assorbe i colori e come rimane delicato e trasparente.»
si vantò.
«Nessuna di voi sa far un simile lavoro.
Son meglio della carta, simile alla più preziosa filigrana.»
La matita e la penna scoppiarono in una fragorosa risata.
L’album si sentì così umiliato che i colori cominciarono a
sciuparsi e a scomparire,
tutto ritornò bianco e anche il fiorellino cominciò a
sparire.
«Guardate, compagne.» esclamò la matita.
«Non è capace neanche di tenere su di sé il nostro lavoro.»
All’improvviso, la signora Bic trattenne a stento un grido:
un delicato
fiorellino le era apparso accanto.
«Guardi lei, signora matita. Lo dicevo d’esser una filigrana
speciale.»
affermò gonfio
d’orgoglio.
«Son talmente delicato e trasparente che posso realizzare
tutto ciò che voi,
con il vostro aggraziato passo, create sulle mie pagine.»
Infatti è vero ciò che l’album raccontava.
Era davvero speciale,
ma nemmeno lui sapeva qual modo particolare
aveva usato per creare quel meraviglioso capolavoro.
In quell’occasione gli bastò a far tacere le signore,
ma di lui altre avventure non conosciamo
e nemmeno sappiamo
cos’altro dal nulla realizzò.
La sua storia si tramanda nelle leggende
e per un po’ anche
noi ne abbiam perso le tracce.
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