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giovedì 19 marzo 2020

DALL'ALTRA PARTE


Rimango immobile. Ho sperimentato altre volte questa condizione tediante. Situazioni surreali. Continuo a sentire che per superare situazioni eccezionali occorrono persone eccezionali. Mi interrogo su questa possibilità. Potrei essere io un superuomo? Cosa dovrebbe rendermi tale? Intanto sono immobile. Assaporo le guance salate, un sentiero ha condotto quel sale lungo tutto il mio viso, partendo dallo specchio dell’anima fino a ricondurlo alla sua voce. Mi aggrappo ad un qualsiasi appiglio di me stessa, una voce da fuori grida “Resisti!”. Spogliarsi, restare soli con sé stessi è un esercizio spirituale che costa troppa fatica, troppo dolore. Non sono più abituata a fare i conti con me stessa. La quotidianità è stressante, cerchiamo continuamente di distrarci, di fare qualcosa. Non sono più in grado di fermarmi senza cadere in un baratro. Non sono più capace di dialogare con me stessa, di accendere la luce della mia anima e guardarla in volto, senza girarmi dall’altra parte. “Cosa c’è? Ti spaventi di te stessa?”, chiede. Sono un puzzle di incertezze e fragilità, tutte tenute insieme da un’ansia che continua a dirti che andrà tutto bene. Ma se fossi in grado di superare il collante dell’andrà tutto bene, allora forse riuscirei a recuperare in parte quella eccezionalità che mi viene chiesta in queste situazioni. Perché è chiaro che crolliamo quando le cose non vanno bene. Ma se io accettassi la contingenza della vita, il suo essere costantemente sul filo del rasoio tra il baratro e la certezza, allora prenderei ad aspettarmi meno e ad agitarmi poco. Mi convinco del fatto che non posso controllare sempre tutto. Trovo il coraggio di guardarmi per davvero ma non trovo il coraggio di parlarmi, di interrogarmi. Quanto tempo impieghiamo a trovare un equilibrio? E in quanti secondi siamo in grado di distruggerlo? E allora eccomi qua, mi stringo su di un fianco, mi faccio minuscola per preservare quell’equilibrio che ho costruito in questi anni. Anni di sacrificio buttati all’aria da una situazione inaspettata che ti costringe a restare sola con te stessa. Ma una notte non basta, questa notte è corta, troppo breve per sabotarmi. E allora? Allora rimanderò i festeggiamenti a un altro giorno. Ho iniziato a scavare e guardarmi nello specchio, ma questa notte, ancora una volta, mi giro dall’altra parte e faccio finta di nulla.

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