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domenica 22 luglio 2012

In giro per il mondo...

Tra le mete più ambite delle vacanze estive rientrano le città d'arte e le capitali europee. Qualche esempio?


Londra  


 Capitale del Regno Unito, conta ben 7.556.905 abitanti ed è una delle città più belle in assoluto.












Parigi     


Capitale della Francia, con oltre 25 milioni di turisti all'anno, è una delle città più raffinate e affascinanti.




Madrid

   Capitale della Spagna, con oltre 6,5 milioni di abitanti, è la terza città più popolosa d'Europa.




Roma    

Capitale d'Italia, 2 783 300 abitanti, è chiamata anche la città eterna.

sabato 14 luglio 2012

I Leanson: un'adorabile famiglia!


« Io non ci vengo con voi. » ribatté imbronciata la piccola Josy, incrociando le braccia, decisa a far valere la sua scelta.
Stava in piedi davanti alla porta di casa Leanson, cercando di ignorare le sue valigie già pronte. In una gabbietta ai suoi piedi, sentiva il piccolo Impi, il suo porcellino d’India, muoversi in continuazione, probabilmente infastidito e irritato per essere stato rinchiuso in uno spazio così angusto.
« No no no NO! »
I suoi capricci divennero urla disperate quando Matt, il più grande dei ragazzi Leanson, prese le sue cose e le sistemò in macchina.
Perché dovevano trascorrere l’estate in quella stupida isola? Era da cinque anni che non ci andavano e lei non aveva nessuna voglia di abbandonare le sue amichette e i loro appuntamenti con le bambole.
« Voglio restare qui! » gridò in lacrime, avvinghiandosi al braccio di suo fratello mentre tentava di sistemare Impi davanti al suo sedile.
« Josy basta! » ribatté Matt, stanco degli inutili capricci di sua sorella.
Non c’era nella da fare, lo sapeva bene. Non avrebbe smesso di piangere finché non avrebbe ottenuto ciò che voleva, così lanciò un’occhiata disperata ai suoi genitori.
Petunia e Marshall Leanson avevano progettato ogni giorno di quell’estate da due anni, quando ormai avevano cominciato a sentire la mancanza dell’isola e dei ricordi ad essa legati. Ci erano andati sin da quando si erano appena sposati e, solo quando Matt aveva compiuto tredici anni e aveva chiesto loro di abbandonare l’idea della solita vacanza all’isola per qualche settimana più eccitante in città, l’avevano accontentato interrompendo la tradizione. Adesso che Matt ne aveva diciotto di anni, l’avevano convinto a trascorrere quella che sarebbe stata probabilmente l’ultima estate tutti insieme. Già, perché lui avrebbe dovuto affrontare l’ultimo anno di liceo e andare all’università. Prima o poi si cresce, gli diceva sempre sua nonna le rare volte in cui le faceva visita, anche se Matt si limitava ad alzare le spalle e annuire. Chi aveva voglia di crescere, e anche in fretta, era la secondogenita Leanson: Nathalie detestava ammettere di avere solo quindici anni. Sedici il 10 agosto diceva ogni volta che chiedevano la sua età. Sedici le sembrava un buon numero: abbastanza grande per avere grandi progetti e sogni, troppo piccola per avere grosse responsabilità. Ogni volta che Matt ricordava a sua sorella che il giorno del suo compleanno, per lei così importante, avrebbe dovuto trascorrerlo in una desolata isola con nient’altro che la sua famiglia intorno, lo sguardo di Nathalie si incupiva e le scompariva il sorriso dalle labbra. Decisamente avrebbe preferito essere circondata dalle sue amiche e divertirsi in un pub, piuttosto che in uno sperduto angusto bar dove la coca cola era sicura fosse ancora sconosciuta. Josy aveva definito esagerata l’idea dell’isola che aveva sua sorella, ma in fondo lei aveva avuto solo tre anni l’ultima volta che vi aveva messo piede, perciò non ricordava molti particolari e non poteva contraddirla: anzi, era a lei solidale nella battaglia contro i loro genitori.
« Io e Josy restiamo a casa e ogni tanto viene la zia a controllarci! » aveva proposto un milione di volte e un milione di volte i suoi genitori avevano scosso la testa.
Nathalie, osservando Josy piangere e lamentarsi, fu quasi felice della scena: quello di costringere tutti a partire per una vacanza noiosissima era un torto che non avrebbe mai perdonato loro.
« Josy smettila! » gridò Matt, perdendo la pazienza.
La alzò di peso e la fece sedere in macchina, mettendole la cintura di sicurezza. Petunia e Marshall si scambiarono un’occhiata  preoccupata: erano già in ritardo per la partenza e Josy non stava migliorando la situazione. Petunia fu quasi sul punto di intervenire quando la bambina si divincolò con forza dalla presa di suo fratello, ma sua marito la precedette.
« Josy smettila. Hai otto anni ormai, non sei più una bambina che fa i capricci. »
Le discussioni con suo padre erano qualcosa che Josy classificava come perse in partenza e non osava mai replicare, quando lui apriva bocca. Ringraziando il cielo, Marshall vide che anche questa volta smise di lottare e si limitò ad abbracciare la gabbietta di Impi, con l’aria di chi, però, concedeva semplicemente una tregua temporanea alla battaglia. Disperato, alzò lo sguardo verso Nathalie che, da sopra le scale, lanciava le ultime borse.
« Così le romperai! » gridò Petunia, accorrendo in aiuto dei poveri oggetti sparsi sul pavimento dall’urto con quest’ultimo dopo un volo di più di tre metri.
« Guarda che se non faccio così impiegheremo un’eternità! »
In realtà Petunia sapeva bene che quelle buste contenevano per lo più i peluche e i giochi di Josy e Dan, così sorrise all’idea di Nathalie che, invece di quelle borse per cui non aveva il minimo interesse, lanciava le proprie valigie e si accorgeva solo all’ultimo del disastro che aveva causato alle sue boccette di smalto ordinate in base alla tonalità. Non aveva voglia di discutere anche con lei, perciò raccolse tutto a malincuore e si lasciò aiutare da Matt a sistemare in macchina ogni cosa. In tutta quella confusione, l’unico che osservava la scena dall’alto del suo seggiolone era il piccolo Dan. Un anno da poco compiuto e i suoi dentini nuovissimi che mettevano a dura prova tutto ciò che aveva a portata di mano, non sembrava né infastidito né felice degli avvenimenti intorno a lui. Petunia era pronta a giurare che il suo ultimo angioletto aveva dormito tutta la notte già dopo pochi giorni dalla nascita e lodava in continuazione i suoi costanti progressi con le sue vicine. Dan era davvero un bambino adorabile per tutti, ma Matt, Nathalie e Josy non la pensavano esattamente così. Volevano un mondo di bene al loro fratellino, ma proprio non sopportavano vedere le loro cose rosicchiate e trattate con malagrazia.
« Prendi il seggiolone di Dan! » gridò Petunia al marito, mentre prendeva in braccio il figlio.
Controllò nervosamente l’orologio e quasi sbiancò vedendo che ormai mancava pochissimo alla partenza del traghetto.
Marshall parve accorgersi della sua preoccupazione e si affrettò a terminare gli ultimi preparativi. Josy sembrava essersi calmata e Nathalie si era già seduta al suo posto, ma quando vide Matt portare una grossa cesta in braccio ogni cosa tornò nel caos più completo.
« Quel dannato coso non lo voglio qui dentro! » gridò Nathalie, cercando di non permettergli di entrare in macchina e contemporaneamente di tenersi lontana da lui.
« Josy porta con sé Impi! » si lamentò Matt con Marshall, ben sapendo che sua madre e Nathalie erano fermamente d’accordo sulla sorte del suo povero animaletto.
« Chiudi bene quella cesta e mettilo nel portabagagli. » dichiarò infine, sorridendo a suo figlio che lo guardava raggiante e ignorando le occhiatacce delle altre.
« Voglio che tenga quel coso lontano da Impi! » gridò Josy, stringendo tra le braccia la gabbietta, come se bastasse a proteggerla dal coso che c’era nella cesta.
Il coso si chiamava Piton, come l’insegnante di Pozioni di Harry Potter, ma aveva ben poco di magico. Era un enorme pitone e Petunia era svenuta quando sua figlio l’aveva portato a casa la prima volta. Aveva dubitato a lungo in quel periodo della sanità mentale di Matt nel voler tenere, come animale domestico, un serpente pericolosissimo, ma vani erano stati i suoi tentativi di sbarazzarsene. Tipica ribellione adolescenziale, aveva pensato all’inizio, ma poi aveva visto Matt realmente affezionato al suo Piton e ne era rimasta sconcertata. A volte, non capiva proprio i suoi figli…
Marshall dichiarò chiusa la questione e aspettò che Josy, Nathalie e Matt si sedessero sul sedile posteriore, mentre Petunia e Dan, in braccio a lei, su quello anteriore prima di chiudere a chiave la porta di casa loro. Mentre sentiva sopra di sé lo sguardo di cinque paia di occhi, Marshall entrò in macchina e accese il motore.
« Si parte. » mormorò, senza riuscire a trattenere il suo entusiasmo.

martedì 10 luglio 2012

La scienza e i sogni

Il sogno è un fenomeno legato al sonno durante il quale si percepiscono immagini e suoni apparentemente reali. Fu uno dei più grandi scienziati del '900 a spiegare le modalità di funzionamento dell'apparato psichico durante il sonno: Sigmund Freud.

Egli scrisse che "il sogno è la via maestra per esplorare l'inconscio". Secondo la teoria psicoanalitica classica, infatti, il sogno è la realizzazione allucinatoria di un desiderio inappagato durante la vita diurna.
Tuttavia, non esiste una definizione biologica universalmente accettata dei sogni, poichè non si conosce con esattezza nè l'area del cervello in cui hanno origine, nè lo scopo per cui vengono generati.


L'arte divinatoria dell'interpretazione dei sogni è l'oniromanzia, una pratica principalmente religiosa che differisce dall'onirologia, lo studio psicologico dei sogni. Questa sezione della scienza è decisamente affascinante e interessante, ma anche una delle meno conosciute.
Nonostante ciò, i sogni restano una dimensione totalmente nostra, capaci di spaventarci ma anche di farci svegliare con il sorriso sulle labbra.

I sogni correggono i dettagli che non tornano nella realtà. (Giovanni Scafoglio)

domenica 8 luglio 2012

E' DOMENICA!

La settimana scorsa ci siamo soffermati molto sull'arte: architettura, scultura e pittura. Abbiamo scoperto il genio di artisti che ci hanno regalato opere, strutture come la Casa sulla cascata, arrichendo in tal modo il patrimonio culturale dell'umanità.
Da lunedì l'argomento che si prolungherà per l'intera settimana è quello dei sogni.
La meravigliosa realtà parallela in cui ognuno di noi si catapulta per riuscire a vivere la propria favola. Non solo, i sogni sono gli elementi indispensabili della nostra vita, i punti d'arrivo ai quali ambire, gli obiettivi da perseguire al fine riuscire in una realizzazione personale.
Come sempre, però, ci saranno molti altri argomenti da affrontare.

'Non dire  mai che i sogni sono inutile perchè inutile è la vita di chi non sa sognare'
                                                                                                    ''Jim Morrison''
Buona settimana a tutti i sognatori!

giovedì 5 luglio 2012

Amore e Psiche

Oggi è il giorno dedicato ai forti sentimenti che ci uniscono agli altri e uno dei tentativi di rappresentarli è stato fatto dallo scultore Antonio Canova, attraverso il suo meraviglioso capolavoro Amore e Psiche.

Realizzato tra il 1788 e il 1793, la scultura è conservata nel museo del Louvre a Parigi. Rappresenta il dio Eros ( Amore ) mentre contempla il viso dell'amata ( Psiche, una donna dalla bellezza simile a quella della dea Venere ), in un atto denso di emotività, dolcezza e amore. Ispirandosi alla leggenda di Apuleio, che narra appunto delle vicende di Eros e Psiche al termine delle quali la mortale diventerà una dea, riesce a raggiungere un'eleganza delle forme che richiama l'idea del bello naturale e ideale al quale Canova aspirava.
Non è una scultura meravigliosa?

mercoledì 4 luglio 2012

La Casa sulla cascata

Oggi vorremmo proporvi un aspetto dell'arte assai affascinante: l' Architettura. Ogni volta che leggiamo questa parola, subito nella nostra mente si affollano le immagini di edifici antichi, abbandonati e "troppo storici" per i nostri gusti. Tuttavia, naturalmente senza mettere in dubbio la loro magnifica bellezza, esiste anche un'altra parte di questo settore così interessante che si occupa delle abitazioni moderne, veri e propri gioielli d'arte.

La Casa sulla cascata ne è l'esempio. Costruita in Pennsylvania ( USA ), dall'architetto Frank Lloyd Wright, è considerata uno dei capolavori dell'architettura moderna, capace di esprimere al megliol'armonia dell'equilibrio tra l'uomo e la natura. Costruito con materiali reperibili sul luogo, come la pietra, e dotato di una struttura particolarissima, l'edificio si estende su un corso d'acqua e sulla cascata che esso crea,  integrandosi alla perfezione con lo spazio circostante.

Chi di noi non ha mai sognato una casa del genere?

domenica 1 luglio 2012

L'impero delle luci

I dubbi dell'esistenza possono essere espressi non solo a parole, ma anche con un immagine. Quante volte ci siamo soffermati ad ammirare questo splendido quadro di Magritte e non siamo riusciti a dare un significato a ciò che vi era rappresentato?

L'impero delle luci è un capolavoro dalla tecnica impeccabile, ma ciò che colpisce l'osservatore è ciò che esso rappresenta. «Nell'Impero delle luci ho rappresentato due idee diverse, vale a dire un cielo notturno e un cielo come lo vediamo di giorno. Il paesaggio fa pensare alla notte e il cielo al giorno. Trovo che questa contemporaneità di giorno e notte abbia la forza di sorprendere e di incantare. Chiamo questa forza poesia.» Sono queste le parole con cui Magritte descrive questo accostamento di elementi così particolare, capace di sorprendere e affascinare chiunque lo osservi. Potremmo definirlo come un ossimoro in arte, in cui non avremo mai la risposta alla domanda "è giorno o è notte? " D'altronde, come a tante altre domande della vita...
Anche se oggi non è il giorno dedicato alla lettura voglio consigliare un meraviglioso classico della letteratura italiana. Spesso noi ragazzi siamo abituati a giudicare negativamente in modo affrettato, non avrei mai scoperto la bellezza di questo classico,che a parere di tutti risulta noioso, se non fossi stata costretta dal mio insegnante di lettere. Il libro di cui parlo è Uno, nessuno e centomila, il cui autore è il "famosissimo" Luigi Pirandello. Una storia che mi ha fatto riflettere molto attraverso i dubbi esistenziali del protagonista, Vitangelo Moscarda il quale nel corso della storia, dalla piena consapevolezza di essere unico al mondo passa all'essere nessuno , e infine centomila in quanto ognuno di noi vede in maniera differente l'altro. I l protagonista arriverà alla follia, ma solo così riuscirà a non sentirsi vincolato dalle regole della società e quindi finalmente libero.
Un libro che a mio parere esalta davvero il genio di Pirandello, rispondendo ai tanti quesiti dell'uomo.
"La follia rappresenta l'esito finale della disgregazione dell'io,uno stato di grazia in cui finalmente si vive senza vedersi vivere , liberi da ogni maschera e da ogni condizionamento.''
-L. Pirandello
Ecco il momento della giornata che più preferisco...la notte. E' decisamente il momento migliore per tutti coloro che amano scrivere, gettare lì su di un pezzo di carta i pensieri più profondi e intriganti. E' l'unico momento della giornata in cui regna la serenità, capace di avvolgerti nel suo candore e trascinarti verso un profondo senso di totale dispersione. Il "suicidio"della ragione, il momento in cui quei pensieri superflui di giorno dominano la scena, diventando così oggetto di descrizione di una penna che col suo tratto indelebile  a ritmo di poesia vuole riempire il bianco di una giornata passata tra ansie e fatica.