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domenica 9 giugno 2013
Per sempre giovani: Uno spiacevole episodio
Ed anche quest'anno scolastico è concluso. In quanti abbiamo atteso con ansia la chiusura, disperandoci tra le mille verifiche da preparare. Vi giuro, non avrei retto di più. Non mi era mai capitato di andare a scuola fino all'ultimo giorno, ma questa volta, qualcosa, o meglio qualcuno, me lo aveva fatto presagire. Già, perché avete presente le promesse che sanno fare i nostri ben amati insegnanti, sì, proprio quelle; quelle promesse che suonano di minaccia e che hanno il retrogusto di vendetta. Ecco, tenete presente una di quelle, aggiungete un'insegnante, non una qualunque, ma il mostro agghiacciante con il cuore di pietra e il ghigno perenne, magari di matematica, aggiungete un indice puntato contro e uno sguardo perfido, e potete ben capire perché son dovuta andare a scuola fino all'ultimo giorno. Avevo osato pronunciare le parole sbagliate di " mi vedrete fino al 31 maggio e non oltre", quando la sua maledizione si abbatté sulla mia persona: "Vedremo, e soprattutto quelli che intendono fermarsi al 31 come te, posso giurare che verranno fino all’8". Inutile dirvi che ad avere la meglio è stato il mostro. Mentre si pronunciava era calata una certa oscurità nella classe, e qualcosa faceva pensare ad un'incombente tempesta, il tipico clima delle maledizioni. Ma per fortuna è finita. Quest'anno è stato terribile! Ragazzi, volgo lo sguardo indietro allo scorso settembre e mi sembra che tutto sia passato troppo in fretta. Ho appena finito il terzo e realizzo che da qui a tre mesi circa, mi ritroverò ad affrontare il quarto anno. Vi confesso di avere un po’ di paura. Ho paura che mi sfugga il punto della situazione quando arriverà il momento di direzionare la mia vita, ho paura di sprecare il mio tempo, ho paura di perdere quella libertà di cui ora posso godere appieno, ho paura di imboccare strade sbagliate e di non poter tornare indietro. Tuttavia in questo periodo e in questo preciso istante, la mia paura più grande è quella di perdere i preziosi consigli e i meravigliosi discorsi di una persona molto speciale che sta aiutando me e la mia compagna a crescere. Non posso immaginare come sarà, quando a settembre quella persona non sarà più lì. Certo, "non dire gatto se non l'hai nel sacco" dice il proverbio, e nulla, appunto, mi assicura che effettivamente a settembre non ci sarà, più che altro è una speranza. Solo all'idea, mi manca già da morire. Che poi, come se fosse facile vivere in quella scuola di matti; se non fosse stato per questa "persona speciale" credo sarei cresciuta con i traumi, e credo seriamente che avrei rivelato già alla mia giovane età seri problemi mentali. E già, gente di tutti i tipi. Dai mostri senza cuore agli isterici patentati, da quelli che mettono le pellicce smanicate (cosa assurda, in quanto se metti la pelliccia dovrebbe fare freddo, d'altra parte se togli le maniche, non è un freddo da pelliccia) ai bidelli che si scocciano di aprire i bagni. E poi vi giuro, ce n'è una che davvero non dimenticherò mai. A vederla, sembrerebbe un'insegnante comune, preparatissima lo ammetto, ma quanti traumi deve aver subito nella vita per arrivare ad un tale punto di spossatezza mentale? Neanche Dio può saperlo. Non posso dimenticare quando uno sfortunato giorno toccò a me andare a fare il compito al banchetto attaccato alla cattedra. Inizio a fare il compito, tanta ansia, e un'adrenalina da panico. Inizio a scrivere le mie risposte, quando ad un tratto sento l'insegnante pronunciare sottovoce le parole "...è successo...". Alchè pensi ce l'abbia con te, e alzi lo sguardo per vedere di soddisfare la sua richiesta, ma niente, smette di pronunciarsi. Abbasso lo sguardo decisa a terminare il mio compito, consapevole di essermi sbagliata riguardo l'insegnante. Neanche scrivo mezza frase che l'insegnante torna a sussurrare quel terribile "...é successo...". Alzo di nuovo lo sguardo certa di aver ben udito le parole dell'insegnante, ma questa tace. Incontro così lo sguardo del mio sfortunato compagno di avventura che anch'egli avendo udito le parole dell'insegnante si era preoccupato seriamente. Andiamo avanti per un'ora con quel terribile "...è successo..." di sottofondo, e al termine ringrazio il Signore per aver posto fine a quell'esperienza agghiacciante. Io e il mio compagno tiriamo le somme, ed entrambi arriviamo alla soluzione di un possibile trauma infantile. Sono ancora scioccata, e sono convinta che quell'insegnante qualche giorno si spingerà oltre i limiti della ragione e darà finalmente prova della sua poca igiene mentale. Ne avrei di episodi assurdi da raccontare, ma non lo faccio, tanto sono convinta che voi ne viviate di peggiori. Alla luce di quanto detto, mi sorge spontaneo pensare come possa sopravvivere un giorno in quella scuola, se mancasse quella persona speciale di cui vi parlavo. Ansia, angoscia e depressione... credo che non resisterei!
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