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martedì 11 giugno 2013

Dov'è finita l'estate?

La scuola è finita. Non vedevamo l'ora di dormire fino a tardi, di stenderci sul divano e dire addio a tutto e a tutti, di dedicarci alle nostre passioni, di andare al mare, di uscire la sera, di metterci in shorts e canotte! Che bei propositi non è vero? Peccato siano stati pressoché impossibili da realizzare fino ad ora. Iniziamo ad analizzare la situazione: dormire è il sogno di ogni adolescente e dopo un anno di sveglia alle 6 ce lo meritiamo proprio di restare fino alle 12 nel letto! Nel mio caso non si può: forti della convinzione che il meglio della giornata si viva alle 7 e mezza, i miei sono decisi a rendermi l'estate un inferno. Incoraggiati dai nonni, che considerano le 8 un'ora scandalosa per alzarsi, non perdono occasione per svegliarmi con le scuse più banali, ma talmente banali che mi chiedo se davvero ci mettano tutta la loro buona volontà per trovarle.
 " Altrimenti dormi troppo! "
Scusate un attimo: si può dormire troppo? Lo dicono anche i medici che dormire fa bene, aiuta la crescita. Che motivazione è? E poi scusate, ma se ci svegliamo presto non ci viene il mal di testa? Eh, purtroppo è la nostra parola contro la loro. Chissà perché, riescono sempre a vincere; certo, fino a quando non mi troveranno pazza di sonno e armata di una scopa!
Quindi, già il primo proposito salta; ma posso sempre stendermi sul divano a far nulla. Sarebbe troppo bello anche questo! No, i miei genitori sono convinti che io debba dare una mano in casa. Finché è una mano va bene, ma quando poi ti trasformano in un elfo domestico lì non ci stai più!
" Non fai niente dalla mattina alla sera! "
Saranno problemi vostri? Forse sono un po' dura, ma sono davvero stanca: dopo che apparecchi, sparecchi, lavi i piatti, pulisci la cucina, passi l'aspirapolvere per tutta la casa, lavi a terra cosa hanno il coraggio di dirti?
"Non fai mai niente bene. Non vedi che hai lasciato quel millimetro sporco? "
Roba da far diventare pazzi. Nemmeno un grazie, e poi sono quelli che da piccolo ti gridavano contro perché non dicevi quella parolina magica quando ti davano una caramella.
Lasciamo stare e passiamo oltre: dedicarci alle nostre passioni. Il problema è uno: sei così stanca,
così sconvolta dopo un durissimo anno scolastico che non hai proprio il coraggio di darti da fare! Però almeno qualcosina si può fare: il problema arriva per il prossimo proposito. Andare al mare.
Mio padre è nemico di qualsiasi posto debba essere raggiunto con un'automobile e impiegandoci più di cinque minuti. Risoluzione: tanta voglia di spiaggia, sole e bagni in acqua, nessun modo per fare ciò di cui ho voglia.
L'unica consolazione è il fatto che si muore dal freddo, ma ciò impedisce di metterci in pantaloncini e top. Quando mai si è arrivati all'11 di giugno con questo gelo? Da maglie a maniche lunghe e jeans pesanti.
Non se ne può più. Dov'è finita l'estate???

domenica 9 giugno 2013

Per sempre giovani: Uno spiacevole episodio

Ed anche quest'anno scolastico è concluso. In quanti abbiamo atteso con ansia la chiusura, disperandoci tra le mille verifiche da preparare. Vi giuro, non avrei retto di più. Non mi era mai capitato di andare a scuola fino all'ultimo giorno, ma questa volta, qualcosa, o meglio qualcuno, me lo aveva fatto presagire. Già, perché avete presente le promesse che sanno fare i nostri ben amati insegnanti, sì, proprio quelle; quelle promesse che suonano di minaccia e che hanno il retrogusto di vendetta. Ecco, tenete presente una di quelle, aggiungete un'insegnante, non una qualunque, ma il mostro agghiacciante con il cuore di pietra e il ghigno perenne, magari di matematica, aggiungete un indice puntato contro e uno sguardo perfido, e potete ben capire perché son dovuta andare a scuola fino all'ultimo giorno. Avevo osato pronunciare le parole sbagliate di " mi vedrete fino al 31 maggio e non oltre", quando la sua maledizione si abbatté sulla mia persona: "Vedremo, e soprattutto quelli che intendono fermarsi al 31 come te, posso giurare che verranno fino all’8". Inutile dirvi che ad avere la meglio è stato il mostro. Mentre si pronunciava era calata una certa oscurità nella classe, e qualcosa faceva pensare ad un'incombente tempesta, il tipico clima delle maledizioni. Ma per fortuna è finita. Quest'anno è stato terribile! Ragazzi, volgo lo sguardo indietro allo scorso settembre e mi sembra che tutto sia passato troppo in fretta. Ho appena finito il terzo e realizzo che da qui a tre mesi circa, mi ritroverò ad affrontare il quarto anno. Vi confesso di avere un po’ di paura. Ho paura che mi sfugga il punto della situazione quando arriverà il momento di direzionare la mia vita, ho paura di sprecare il mio tempo, ho paura di perdere quella libertà di cui ora posso godere appieno, ho paura di imboccare strade sbagliate e di non poter tornare indietro. Tuttavia in questo periodo e in questo preciso istante, la mia paura più grande è quella di perdere i preziosi consigli e i meravigliosi discorsi di una persona molto speciale che sta aiutando me e la mia compagna a crescere. Non posso immaginare come sarà, quando a settembre quella persona non sarà più lì. Certo, "non dire gatto se non l'hai nel sacco" dice il proverbio, e nulla, appunto, mi assicura che effettivamente a settembre non ci sarà, più che altro è una speranza. Solo all'idea, mi manca già da morire. Che poi, come se fosse facile vivere in quella scuola di matti; se non fosse stato per questa "persona speciale" credo sarei cresciuta con i traumi, e credo seriamente che avrei rivelato già alla mia giovane età seri problemi mentali. E già, gente di tutti i tipi. Dai mostri senza cuore agli isterici patentati, da quelli che mettono le pellicce smanicate (cosa assurda, in quanto se metti la pelliccia dovrebbe fare freddo, d'altra parte se togli le maniche, non è un freddo da pelliccia) ai bidelli che si scocciano di aprire i bagni. E poi vi giuro, ce n'è una che davvero non dimenticherò mai. A vederla, sembrerebbe un'insegnante comune, preparatissima lo ammetto, ma quanti traumi deve aver subito nella vita per arrivare ad un tale punto di spossatezza mentale? Neanche Dio può saperlo. Non posso dimenticare quando uno sfortunato giorno toccò a me andare a fare il compito al banchetto attaccato alla cattedra. Inizio a fare il compito, tanta ansia, e un'adrenalina da panico. Inizio a scrivere le mie risposte, quando ad un tratto sento l'insegnante pronunciare sottovoce le parole "...è successo...". Alchè pensi ce l'abbia con te, e alzi lo sguardo per vedere di soddisfare la sua richiesta, ma niente, smette di pronunciarsi. Abbasso lo sguardo decisa a terminare il mio compito, consapevole di essermi sbagliata riguardo l'insegnante. Neanche scrivo mezza frase che l'insegnante torna a sussurrare quel terribile "...é successo...".  Alzo di nuovo lo sguardo certa di aver ben udito le parole dell'insegnante, ma questa tace. Incontro così lo sguardo del mio sfortunato compagno di avventura che anch'egli avendo udito le parole dell'insegnante si era preoccupato seriamente. Andiamo avanti per un'ora con quel terribile "...è successo..." di sottofondo, e al termine ringrazio il Signore per aver posto fine a quell'esperienza agghiacciante. Io e il mio compagno tiriamo le somme, ed entrambi arriviamo alla soluzione di un possibile trauma infantile. Sono ancora scioccata, e sono convinta che quell'insegnante qualche giorno si spingerà oltre i limiti della ragione e darà finalmente prova della sua poca igiene mentale. Ne avrei di episodi assurdi da raccontare, ma non lo faccio, tanto sono convinta che voi ne viviate di peggiori. Alla luce di quanto detto, mi sorge spontaneo pensare come possa sopravvivere un giorno in quella scuola, se mancasse quella persona speciale di cui vi parlavo. Ansia, angoscia e depressione... credo che non resisterei!

Alcolici e giovani... basta pregiudizi!

Ammettiamolo: spesso gli adulti sbagliano. Troppo spesso, in realtà. E lo fanno soprattutto quando cercano di "proteggerti". A chi è venuto in mente di dire che gli adolescenti non possono bere alcolici? Non è bere un bicchiere di vino il problema: sono tre bicchieri ad essere preoccupanti. Cosa voglio dire? Che è l'eccesso che rovina, non il giusto mezzo.
Vi spiego: sono cresciuta con l'idea che gli alcolici fossero un biglietto di sola andata per l'inferno. Secondo i miei genitori, devo tenermi alla larga da ogni tipo di liquido che non sia acqua aranciata o coca cola ( Il caffè lo tollerano, ma giusto perché sanno che non mi piace ). Mi hanno sempre fatto credere che, bevendo un goccio di birra, sarei stata dannata per l'eternità, che gli alcolici sono un male per l'umanità al pari della droga e del fumo. Un po' esagerato, non credete? Insomma, un bicchierino di spumante non ti uccide; non bisogna fare un dramma perché sei minorenne.
Quello che cerco di farvi capire è che sarebbe meglio sensibilizzare gli adolescenti a non bere "troppo", non a non bere e basta. Tanto si sa che è impossibile evitare che un bicchiere finisca nelle mani di un ragazzo, per quanto ci si possa impegnare: tanto vale dirgli di far leva sulla propria responsabilità e limitarsi ad uno massimo due.
In fondo, il discorso degli alcolici non è diverso, per esempio, dal discorso dei dolci: nessuno dice a qualcuno non devi mangiare una caramella, perché una non fa male. Proviamo a mangiarne cinque: la situazione cambia. Come ogni cosa, è il "troppo" ad essere negativo.
Vi racconto la mia esperienza: sono il tipo che guarda disgustata tutti gli adolescenti che sprecano la loro vita a bere per hobby. Anzi, guardavo così anche tutti quelli che bevevano solo un po' di birra. Poi, sono andata ad una festa. All'inizio rifiutavo tutti i bicchieri, qualsiasi fosse il loro contenuto, ma, quando ti ritrovi con il bicchiere mezzo pieno di spumante, fresco e frizzante, e un altro ricolmo d'acqua, liscia, caldissima, ti ritrovi davanti ad un dilemma: preferisci morire di sete o provare a berne un po' ? Ho bevuto l'acqua, e per mandarla giù mi ci è voluta tutta la determinazione del mondo. E adesso? Lo spumante mi spettava invitante. L'ho bevuto tanto per non tenerlo lì, nel bicchiere.
Mi sentivo in colpa? Da morire, ma la sete è sete. E poi era buono :)
Quindi, svuoto il bicchiere e lo poggio sul tavolo. Ecco che sbuca una cameriera che me lo riempie nuovamente: la guardo disperata, scuotendo la testa, ben sapendo del sacrificio che mi è costato bere il primo bicchiere.
Ora, qui entra in gioco il discorso di prima: ho bevuto un sorso, poi basta. Ci vuole autocontrollo, attenzione; certo che bere alcolici fa male, ma quando si esagera.
Non cresciamo i nostri figli nell'ignoranza completa: educhiamoli, facendo conoscere loro gli aspetti negativi, ma non precludendo loro quelli positivi.
Chissà, forse diminuirebbero gli incidenti e tanti altri problemi...