Uno, due, tre cucchiai di
farina. Belli grossi, altrimenti il composto rimaneva troppo liquido. Per
Petunia, le dosi dei libri di cucina erano solo per coloro che non avevano mai
preso un mestolo in mano: già, perché era impensabile fare un dolce con un
righello e un contagocce pronti all’uso per ogni minimo ingrediente.
L’esperienza era la sua miglior ricetta; per ottenere una bella crema
pasticcera, ad ogni cucchiaio di farina andava abbinato un bicchiere di latte e
una dose di zucchero. Poi, la sua arma segreta: vaniglia, che Nathalie adorava, e un po’ di
succo di limone, che piaceva invece a Matt; ma non troppo, altrimenti Josy non
l’avrebbe mangiata. Petunia ringraziò per l’ennesima volta il cielo perché Dan
era ancora piccolo: era l’unico che non si lamentava mai di nulla. Sarebbe
impazzita, se avesse dovuto tener conto anche dei suoi gusti.
Era inutile negarlo: fare
la mamma era una vera e propria vocazione. Bisognava tener bene a mente tutto
ciò che andava fatto, seguire ognuno dei componenti della sua famiglia, e non
solo i più piccoli. Matt e Nathalie sapevano essere testardi quanto Josy e a
volte credeva che la persona più matura tra i suoi quattro figli fosse proprio
Dan.
Con un sospiro, tornò a
mescolare la crema. Bisognava farlo continuamente, in modo da non farla
bruciare. Era un procedimento lungo e noioso, ma necessario: senza crema, il
millefoglie sarebbe stato un pasticcio. Diede l’ultima occhiata al libro di
ricette posato sulla cucina, aperto alla pagina sbagliata, e lo richiuse con
rassegnazione. Quanto facevano sembrar facile e veloce qualcosa che di facile e
veloce non aveva nulla!
« Mamma è pronto? »
Josy adorava il
millefoglie, ma ancor di più aiutare sua madre a ripulire il contenitore della
crema. Petunia sorrise quando la vide già armata di cucchiaio.
« Non è ancora finita. » la informò con pazienza, ben sapendo che sua
figlia ne aveva poca in materia di dolci.
« Ma quanto ci mette?!? » esclamò disperata, sporgendosi in punta di piedi
per vedere il contenuto della pentola sul fuoco.
« Guarda. » affermò Petunia, inclinando il bordo del
contenitore in modo che Josy potesse rendersi conto che la crema era ancora
troppo liquida. « Qualche altro
minuto. »
« Posso mescolare io? »
Sapeva che l’entusiasmo di
sua figlia era dettato dalla sua golosità: identica a Marshall, nel carattere e
nell’aspetto. Dei suoi quattro figli,
solo Nathalie aveva ereditato i suoi occhi verdi: Matt, Josy e Dan avevano gli
occhi scuri come il loro papà. Nel carattere, chiunque li avesse conosciuti
avrebbe affermato con sicurezza che della tranquillità e dell’accuratezza nelle
piccole cose propria di Petunia non ne era rimasta neanche l’ombra. Anzi, quel
chiunque avrebbe faticato persino ad ammettere che erano fratelli e sorelle, tanto
erano diversi tra loro. Matt le ricordava suo marito da giovane: aveva grande
entusiasmo, voglia di fare, ma sapeva sedere e ascoltare, se necessario.
Nathalie, invece, era Nathalie: un modo così personale di vedere il mondo,
tutto suo, così spensierato. Le ricordava così tanto sua sorella, anzi era
certa sarebbero andate tremendamente d’accordo, se solo…
Petunia deglutì e si
costrinse a sorridere a Josy mentre l’aiutava a prendere una sedia. Josy era
tutta suo padre: fiera, libera, ribelle, testarda. Se voleva qualcosa, doveva
ottenerla ad ogni costo e nulla avrebbe potuto farle cambiare idea. Al
contempo, era una bambina così dolce, così allegra, che riusciva a contagiare
tutti. Così esuberante, e decisamente così tanto golosa! Adorava i dolci di ogni
tipo: dal cioccolato al caramello, dalle paste ai gelati, dai cioccolatini ai
frullati. Se si voleva far tornare sua figlia di buon umore, un dolce era ciò
che ci voleva.
« Attenta a non
scottarti! » l’avvertì, aiutandola a
mescolare.
« Mamma possiamo metterci
lo zucchero a velo? »
« Alla fine sì. »
Josy fremeva dalla voglia
di assaggiare quella crema che era sicura sarebbe stata così deliziosa e
l’attesa non faceva che accrescere il suo desiderio e la sua impazienza.
« Ma quanto ci mette! »
Petunia rise, prima di
lasciarla da sola a mescolare e raggiungere Dan che giocava tranquillo sul
pavimento. Lo prese in braccio e, dopo avergli dato un leggero bacio sulla
guancia, lo fece sedere a tavola. Poi, finalmente, spense il fuoco.
« Evviva! » gridò Josy, precipitandosi a riprendere il
cucchiaio.
« Calma, deve
raffreddarsi un po’! » esclamò,
continuando a mescolare. « E prendi
un cucchiaio anche a tuo fratello! »
La bambina, sbuffando,
porse a Dan il suo cucchiaino colorato e si sedette accanto a lui. Proprio quando
Petunia stava per mettere un po’ di crema in un piattino, Marshall entrò in
cucina.
« Che profumino! »
Sapeva bene che quella
frase di suo marito in realtà ne aveva sottintesa un’altra, perciò porse anche
a lui un piatto, alzando gli occhi al cielo.
« Non dovevi! » esclamò ridendo Marshall.
Mentre lei riempiva la
pasta sfoglia, fu accompagnata dal rumore di cucchiai all’opera. Sperò che la
crema sarebbe bastata, anzi si affrettò ad usarla perché sapeva che quei tre
golosi avrebbero chiesto molto presto un’altra porzione.
« Matt e Nathalie? » chiese suo marito, tra un cucchiaio e l’altro.
« I tuoi figli mi hanno
abbandonata qui con un mucchio di cose da fare. » esclamò Petunia, agitando minacciosamente una paletta di legno piena
di crema verso di lui.
« Costringere Nathalie a
fare le faccende di casa è una vera impresa… »
« Io ho rifatto il mio
letto stamattina! » intervenne Josy,
fiera del suo piccolo contributo.
Marshall le diede un
colpetto di assenso sulla spalla e tornò a rivolgersi a sua moglie.
« Speravo di uscire tutti
insieme stasera… lo scopo di questa vacanza era trascorrere del tempo insieme
no? »
« A me piacerebbe molto.
Andiamo a quel locale sulla spiaggia vicino alla scogliera? Quello dove
Nathalie ha festeggiato tutti i suoi compleanni qui? » propose con entusiasmo Petunia, perdendosi nei
ricordi.
« Ora è diventato un pub.
» la informò Marshall.
La donna rimase immobile
per un momento.
« Un PUB? Ma era così
deliziosa quella sala! Quelle tendine rosa pallido… le adoravo!
« Sono cambiate molte
cose… »
Petunia era stupita: quel
ristorante era stato un punto fermo di ogni loro vacanza sull’isola. Quanti
ricordi! Come poteva essere stato trasformato in un pub? E la loro tradizione di festeggiare il
compleanno di Nathalie lì? Quante cose erano cambiate? E quali?
Il tempo cambiava ogni
cosa, ma per Petunia era troppo. Dove era finito l’isola del suo passato?
L’isola dei meravigliosi momenti insieme?
« E poi, sono sicuro che
convincere Matt e Nathalie a stare con noi non sarà facile. » aggiunse Marshall, posando il cucchiaio nel
piatto ormai vuoto.
Già, il tempo cambiava le
cose. Cose: strade, paesaggi, città, luoghi. Sì, ma soprattutto cambiava le
persone. Erano cambiati anche loro?
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